Cultura e Patrimonio Locale
Lo stemma di Civiatvecchia

L’origine dello stemma di Civitavecchia, tra fantasia popolare, leggenda e tradizione si fa risalire all’avvenimento, dopo il quale gli abitanti di Centumecellae fecero ritorno al vecchio sito di origine, dopo essersi rifugiati in collina per alcuni decenni a causa dell’invasione saracena.
La tradizione narra di un’assemblea del popolo, all’ombra di una quercia, affinché venisse presa una decisione: se tornare tra i ruderi della vecchia città o rimanere nella nuova patria. Qui si fece notare un vecchio marinaio, di nome Leandro, il quale riuscì a convincere tutti per il ritorno alla vecchia patria. Lo stemma ricorda l’avvenimento con la quercia su fondo azzurro e con le lettere O.C. (l’Ottimo Consiglio dato da Leandro).
In realtà, nel XVII secolo, lo stemma cittadino raffigurava santa Fermina, ma nel primo quarto del ‘700 compare, per la prima volta, la Quercia con le lettere C.O. che, in una stampa dello Scotto del 1740 appaiono invertite (O.C.), disposizione che si generalizza nella prima metà dell’Ottocento.
La Commissione Araldica Nazionale sul finire dell’Ottocento esplicita chiaramente che le due lettere sono abbreviazione del motto “Centumcellensium Ordo”. Secondo altre fonti posteriori, le lettere O.C. non significano “Ottimo Consiglio” come vorrebbe la tradizione popolare, bensì sono le iniziali del motto “Ordo Centumcellensis”, a ricordo delle origini romane della città marinara, se non il motto “Orbis Centumcellensis” che compare in una omelia di san Gregorio Magno.
Il Palio Marinaro

“Il Palio Marinaro in onore di Santa Fermina” affonda le sue radici nella storia e nelle tradizioni di Civitavecchia: è un appuntamento sportivo di competizioni di vogate su imbarcazioni a remi tra rioni storici di tutte le categorie junior, senior, maschile e femminile e oggi di sana competizione tra i tre porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. E’ un momento simbolico di rievocazione storica della notte dell’anno 813… “quando ai primi chiarori dell’alba i pescatori di Centumcellae ( antica Civitavecchia) intenti al loro lavoro notturno avvistarono tra le brume dell’orizzonte l’avanzare di una flotta minacciosa, contrassegnata dai verdi vessilli dei Saraceni. Di vogata in vogata e voce in voce, i pescatori riuscirono ad allertare la città dell’arrivo minaccioso degli invasori saraceni e fu così che gli abitanti trovarono riparo e scampo dall’imminente e sicuro sterminio tra i monti boscosi della Tolfa dove fondarono la città di Cencelle (Leopoli). Il Porto venne occupato e la città distrutta.”
Tra la data dei festeggiamenti di Santa Fermina, Santa Patrona, il 28 aprile con la processione a mare e il 15 agosto in cui si festeggia l’Assunta e il Natale della Città, si racchiudono gran parte delle tradizioni e delle devozioni marinare della Civitavecchia moderna, che coincidono con le date in cui era possibile la navigazione nel Mediterraneo per le piccole imbarcazioni e in cui sono concentrate le attività marinare tra maggio e settembre. La festa di fine aprile aveva lo scopo di invocare l’intercessione della Patrona per la salvaguardia dai rischi che si dovevano affrontare in mare nella stagione primaverile ed estiva.
Nel 1996, don Costantino Bocci, cappellano del Porto, insieme ai pescatori, ebbe il merito di fare rinascere l’antichissima tradizione del Palio Marinaro dall’oblio in cui era finito dalla metà degli anni ’70. Nel vecchio Palio Marinaro i Rioni storici erano 12 e sono poi diventati 8 “Nuovi Rioni Storici”: Rione Aurelia, Rione Pantano, Rione Centro Storico, Rione Pirgo, Rione Cisterna Faro, Rione Capo dell’Oro, Rione San Gordiano, Rione San Liborio.
Il Padellone

La festa tradizionale del “Padellone” è un appuntamento gastronomico fisso dell’estate di Civitavecchia, molto amato dai cittadini, ma che attrae anche tanti turisti da fuori. Ha modalità diverse nel menù e nella location, ma sempre nel rispetto della tradizione: in passato la frittura di pesce di paranza si svolgeva in Piazza Calamatta, in un padellone gigante, e ognuno portava il proprio piatto; oggi il pesce fritto viene servito, sul lungomare della Marina o a Piazza Fratti, tutti seduti al tavolo senza padellone gigante per ragioni di sicurezza.
Il “Padellone” si inserisce nei festeggiamenti del Natale di Civitavecchia, momento clou del 15 agosto, con il consueto spettacolo dei fuochi pirotecnici conclusivo dell’estate e tante serate estive per tutti i gusti, per famiglie, giovani e meno giovani.
Rievocazioni etrusche

Il terzo sabato di giugno – per le Giornate Europee dell’Archeologia – la Necropoli della Scaglia ospita una grande rievocazione etrusca che ogni anno offre un punto di vista diverso sulle usanze di questa antica cultura. Il 2024 è stato l’anno delle danze e degli opliti, con l’allestimento di un campo militare. Inoltre, oltre alla degustazione di cibi etruschi, si possono ammirare una varietà di abiti sapientemente ricostruiti come la dama con il “Tholia”, copricapo di ispirazione greca, i bambini con la “bulla”, amuleto al collo per protezione; o la riproduzione di Larthia Seianti, dama di un celebre sarcofago del II secolo a.C. accanto al semplice abito di una giovane villanoviana e a quello dell’aruspice condurranno i visitatori in un suggestivo viaggio nel tempo.
In altre date, su richiesta e secondo disponibilità contattando la mail garnecropolilascaglia@gmail.com, è offerta la visita guidata in abiti etruschi.
In occasione delle aperture straordinarie (o su richiesta secondo disponibilità contattando la mail garnecropolilascaglia@gmail.com nella Villa Pulcherrima, l’imperatore Traiano e sua moglie Plotina accolgono i visitatori narrando alcuni avvenimenti della loro vita.
La Processione del Cristo Morto

L’Arciconfraternità del Gonfalone di Civitavecchia, come consuetudine secolare, in occasione della Santa Pasqua, organizza la tradizionale “Rievocazione dei Misteri” con la storica Processione del Cristo Morto, che la sera del Venerdì Santo, partendo dalla Chiesa della Stella di Piazza Leandra – cuore autentico della città – si snoda per le vie cittadine, con significativa e impegnativa partecipazione di tutta la cittadinanza.
Si tratta di una rappresentazione sacra, momento di preghiera e penitenza, che ripercorre la Passione e morte di Gesù attraverso lo snodarsi di carri che rappresentano le stazioni della Via Crucis e a cui partecipano gli incappucciati o penitenti.
La “Rievocazione dei Misteri” rappresenta un importante appuntamento religioso divenuto ormai tradizione da tramandare alle giovani generazioni nonché occasione per favorire la tradizione, la storia, la cultura e la promozione turistica della città.
Le origini della Processione risalirebbero attorno all’anno Mille, quando la manifestazione era chiamata “Processione degli Incappucciati”, per il fatto che vi partecipavano, con i volti coperti da cappucci che coprivano il volto, alcuni fedeli scalzi e con le catene ai piedi. L’espiazione delle proprie colpe attraverso la penitenza, si inserirebbe così un momento storico ben preciso dominato dalla paura per l’imminente fine del mondo.
Altre versioni la riconducono alla pratica della liberazione del condannato ai remi delle galere pontificie, che era uno dei privilegi papali dell’Arciconfraternita del Gonfalone. Il condannato liberato, veniva vestito di bianco, con ai piedi le catene spezzate (che ancor oggi i penitenti portano alle caviglie) e, con la croce sulle spalle (come il Cireneo), percorreva le vie della città per dire a tutti che lui era libero.
Nel XVIII secolo la Processione si effettuava in modo assai più cruento una volta rispetto ad oggi, anche l’autoflagellazione mediante veri e propri strumenti di tortura come “un mazzo di cordicelle annodate, ferrate all’estremità” o “grosse palle di cera munite di pezzi di vetro”.
Oggi il condannato viene rappresentato dagli incappucciati o penitenti, che camminano per le strade della città a piedi scalzi, con il cappuccio che copre i loro volti, per mantenere la propria identità nascosta, le catene alle caviglie e molti anche con la croce sulle spalle.
Alla Processione, composta da circa undici quadri, che ricostruiscono i vari momenti della Passione di Cristo, partecipano anche tutte le autorità religiose, militari e civili della città.
La Processione del Cristo Risorto

La tradizionale Processione di Cristo Risorto si celebra ogni anno, la domenica successiva a Pasqua, da quasi trecento anni, con protagonista l’antica statua lignea del Cristo Risorto, ritrovata nel centro storico a Via dei Granari, luogo di passaggio del corteo religioso. La manifestazione storico-religiosa viene organizzata da alcune parrocchie della diocesi e dalla Confraternita di Santa Maria dell’Orazione e Morte; inizia al pomeriggio con un concerto musicale o corale, prosegue nella Cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo e da lì, viene portato il Cristo Risorto lungo le vie cittadine con grande partecipazione della popolazione. Il tragitto di solito si svolge nel centro e tocca piazza Vittorio Emanuele, Largo Cavour, Largo Plebiscito, Corso Centocelle, via del Risorgimento, piazza Regina Margherita, via della Cooperazione, via Granari, via Borghese, via Montegrappa, via Antonio da Sangallo e via Gabriele d’Annunzio, quando la settecentesca statua lignea del Cristo Risorto viene riportata nella Chiesa dell’Orazione e della Morte, dove è custodita.
Casa della Memoria “Angelo Mori”
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Accesso senza gradini da Piazza Saffi a scendere.
Piazza Leandra, 3
La Casa della Memoria è aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato, dalle ore 10,00 alle 12,00. L’ingresso è libero.
Previo appuntamento in orari diversi per scolaresche o altre comitive che desiderassero visitare la mostra.
Ingresso gratuito
+39 339 8713118
La Casa della Memoria custodisce il patrimonio storico di Civitavecchia. Situata in Piazza Leandra, è uno spazio comunale dove conservare e rendere fruibile a tutti i cittadini, turisti e curiosi un enorme archivio digitalizzato di materiale e documentazione fotografica, letteraria e planimetrica della memoria cittadina e della storia della città. All’interno della struttura è ospitata una mostra fotografica permanente sulla città, con preziose immagini che mostrano il volto di Civitavecchia così com’era prima della Seconda Guerra Mondiale, compresi anche alcuni suoi magnifici monumenti andati distrutti dopo i bombardamenti.
La Casa della Memoria è curata e gestita dai volontari della Società Storica Civitavecchiese: una storia fatta di immagini, mostre fotografiche e racconti, tramandati con passione dal “custode” Luigi De Angelis. La Società Storica Civitavecchiese da anni si occupa di tenere viva la memoria grazie a questo spazio espositivo con immagini che portano il visitatore in un viaggio nel passato ricco di emozioni, con fotografie storiche del Pirgo e della Marina, del Grand Hotel delle Terme, o di Civitavecchia prima del bombardamento del 14 maggio 1943. Grazie al recente completamento dei lavori di restauro, questo spazio è tornato a essere salubre, fruibile e capace di accogliere e divulgare le straordinarie testimonianze raccolte negli anni dalla Società Storica. Un lavoro meticoloso e appassionato, che oggi trova nuova luce per essere tramandato alle generazioni future.
La Processione di Santa Fermina

La Processione di Santa Fermina si celebra ogni 28 aprile di ciascun anno, giorno della festa liturgica della santa patrona di Civitavecchia, protettrice dei naviganti. I festeggiamenti sono organizzati dall’“Associazione Comitato Diocesano Patrona Santa Fermina” e iniziano con la celebrazione della Santa Messa presso la cappella del Forte Michelangelo, sopra la grotta in cui si rifugiò Santa Fermina dopo avere calmato con le sue preghiere le acque del mare in tempesta. Preceduti dal corteo storico di Amelia con centinaia di partecipanti in costumi medioevali, con gli sbandieratori e l’offerta del cero votivo sul sagrato della Cattedrale, i festeggiamenti proseguono con l’incontro dei sindaci di Civitavecchia e Amelia per rinnovare il gemellaggio delle due città unite dalla comune Patrona.
Il corteo della Processione parte dalla Cattedrale di Civitavecchia con tutte le confraternite e le associazioni locali per poi proseguire su piazza Vittorio Emanuele, corso Marconi, piazza Calamatta, via XVI Settembre, via Sangallo, via Leonardo, via Risorgimento, corso Centocelle, largo Plebiscito. Dopo il percorso cittadino, la statua, con le reliquie della Santa, è portata dai marinai su un rimorchiatore e condotta in processione sul mare tra il suono delle navi e di una moltitudine di pescherecci in festa fino in fondo al porto laddove viene fatta la benedizione del mare e l’offerta di una corona d’alloro in onore e ricordo di tutti i naviganti caduti. Al ritorno a terra, il corteo segue la Patrona lungo calata Laurenti, largo Plebiscito, largo Cavour, piazza Vittorio Emanuele con rientro in Cattedrale, dove viene celebrata la Santa Messa. Per le vie del centro storico e lungo tutta la marina della città si affollano decine di migliaia di civitavecchiesi e turisti che accorrono da tutto il comprensorio, ma anche da Roma, per ammirare le bancarelle e il mercatino che anima la città dopo la processione. L’ambiente è molto caratteristico e folcloristico e merita di essere vissuto.